La nostra visita a Dachau la ricordo benissimo. Come un inaspettato pugno allo stomaco che ti toglie il respiro. Ricordo l’ingresso con la famosa ma terribile frase Arbeit macht frei. Ricordo il campo, quella maniacale disposizione delle casette e quei disumani posti letti. Ricordo il filo spinato, le torrette d’osservazione da cui partiva un colpo se un solo piede varcava una stupida linea. E ricordo le camere a gas. Visitare un campo di concentramento equivale a fare un giro di prova all’inferno.
È un luogo di preghiera e riflessione, dove il tempo sembra fermarsi e tutto è ovattato. Eppure si riescono ancora a sentire le grida silenziose di bambini, donne e uomini che difendono il loro diritto alla vita con ogni forza. Grida di dolore, di terrore, di paura. Ma in quel luogo così tenebroso io ho sentito anche la flebile voce della speranza. Veniva dai cuori di quegl’uomini che non avevano dimenticato di essere tali e che nonostante tutto e tutti trovavano la forza di vivere più che esistere, ricordandosi che prima o poi qualcuno si sarebbe ricordato di loro.
Mi aggiravo in silenzio e assoluto rispetto tra quelle baracche che erano state la casa di persone come me, cercando di darmi una spiegazione. Possibile che questi alberi sono proprio loro? Sono gli stessi che hanno visto quelle atrocità?
Sono passati 72 anni, ma purtroppo ancora nel nostro mondo non siamo riusciti a debellare i campi di concentramento. Gli occhi degli uomini sui barconi alla ricerca di una vita migliore hanno la stessa intensità dei perseguitati dai nazisti. L’odio, la paura del diverso che spopolano e vincono sui social e nella vita reale mi ricordano tanto la ferocia distruttiva di chi ha dimenticato il senso profondo dell’umanità e non riesce a sentire la flebile voce della speranza.
Dicono che oggi sia il giorno della memoria, il giorno in cui dovremmo ricordare che il rancore, la rabbia e la discriminazione creano solo orrore e violenza. Il giorno in cui dovremmo prendere coscienza che siamo tutti uguali, e che probabilmente noi abbiamo solo avuto la fortuna di essere nati dall’altra parte del mare.
3 Comments
iviaggidiqueena
Febbraio 3, 2017 at 7:26 pmBellissimo post e avendo visitato Dachau so di cosa stai parlando.
Camminando per quel lungo viale l’unica cosa che mi riusciva facile era pregare per tutte quelle persone che stanno subendo , in forme diverse o uguali , la stessa sorte nei nostri giorni.
Intrippando
Febbraio 3, 2017 at 8:32 pmEsatto! Proprio per questo la memoria ha un’importanza enorme, anche se a volte pare che il mondo dimentichi la storia..
Intrippando
Febbraio 4, 2017 at 5:49 amGrazie! Abbiamo una grande responsabilità ogni giorno cercare di difendere i diritti di ogni essere umano